RICETTE E CULTURA

RICETTE E CULTURA

mercoledì 1 aprile 2015

POVERI E RICCHI A TAVOLA. PARLARE DEL 'MANGIARE' IN MANIERA DIVERTENTE, INTERESSANTE E NON CONVENZIONALE.






Quannu muoru iu cianciti tutti:
 n tabbutu m'at'a-ffari ri ricotti,
 ri latu e-llatu cordi di sasizza,
 pi-ccapizzu ddu capuna cuotti,
 pi-ccummuògghiu piscirova fritti,
 pi-ccannili ddu picciuotti schietti,
 pi iacqua bbiniritta vinu forti.

(Quando muoio io piangete tutti:
una cassa mortuaria dovete farmi di ricotte,
da parte a parte corde di salsiccia,
per capezzale due castrati cotti,
per coperchio delle uova fritte,
per candele due giovanette,
per acqua benedetta vino forte).

Questo canto popolare, intonato durante la mietitura dai contadini,  citato nel libro “Del Mangiar Siracusano” da Antonino Uccello,  (Canicattini Bagni, 11 settembre 1922 – Palazzolo Acreide, 29 ottobre 1979 antropologo e poeta italiano) non è mica una novità:  vasi contenenti fagioli sono stati trovati in Perù nelle tombe del periodo pre-Inca o  in Turchia in scavi risalenti al 5.500 a.C. ed anche in tombe Egizie del 2.500 a.C. Qui sono stati trovati legumi e damigiane di vino e olio..Tutto ciò dimostra che anticamente fosse ben diffusa la convinzione che dopo la morte ci fosse stata  un’altra vita e che i defunti  si alzassero, e continuassero a comportarsi come nella loro esistenza terrena. Quindi oltre a leggere, a truccarsi e vestirsi indossare gioielli, mangiassero, anche. Dentro la tomba di Tutankahamon fu trovato di tutto (tranne oggetti di lavoro, il faraone era un dio, mica poteva lavorare ).Per cui  lavoratori o non,  ricchi e poveri  furono sempre affascinati dalla possibilità di riscattare la propria vita dopo la morte e soprattutto si preoccuparono che anche dopo la morte fosse assicurato loro il vitto quotidiano..

Su  queste pagine ci occuperemo di parlare di cibo, anz,i del ‘mangiare’, includendo nell’atto anche il significato e la storia che l’ha preceduto. Non solo le ricette ma anche come e perché sono nate. Parleremo del mangiare semplice  e senza sprechi e di altri argomenti interessanti e divertenti legati al cibo. 
Mr.Hyde

6 commenti:

  1. Eh si, il gesto di lasciare del cibo al morto risponde al desiderio di una continuità della vita dopo la morte, tale quale l'abbiamo vissuta e profondamente rimpianta nel momento in cui è finita.

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    1. E' un retaggio antico.I culto dei morti nell'antichità era molto diffuso, tra gli antichi Egizi, anche tra i Greci..

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  2. Il "mangiare" è un argomento che mi interessa molto (lo si può vedere anche dal mio blog) e sicuramente il modo in cui tu ce lo presenterai sarà sicuramente allettante...già lo si vede da questi primi post. Buon inizio blog, Hyde!

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    1. Grazie Ninfa, anche per esserti iscritta.Spero che sia una piacevole condivisione!

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  3. Si vero la consuetudine di lasciare il cibo al defunto fa parte di alcune culture o religioni, attualmente credo che da noi esiste lasciare degli oggetti cari e il cibo viene portato ai familiari

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  4. Il cibo é da sempre visceralmente legato al dualismo vita-morte, lo si ritrova in tutte le leggende e le mitologie antiche, addirittura nelle favole! Non vedo l'ora di leggere altro, il tuo blog é davvero interessante! Hai mai pensato di scrivere della figura del pomo nella mitologia ? Sarebbe interessante ;)

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