RICETTE E CULTURA

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venerdì 10 aprile 2015

LA PASTA FRITTA E I SAVOIA

Pasta fritta alla Siracusana

Si racconta che  (1735) allorquando era consigliere Aulico di Vittorio Amedeo di Savoia e di Carlo VI e prender doveva una importante decisione per consigliare il Sovrano ordinasse al suo « monsù » (cuoco) « un piatto di pasta fritta alla Siracusana ».
Questa pietanza, leggera alla digestione, eccitante al cervello, e con qualità divinatorie, faceva si che i consigli dati erano fra i migliori. 
( Michele di Linguaglossa su " Del Mangiar Siracusano" - 1979- Ente Turismo Siracusa)





Questa immagine invece risale al 1908 quando, in seguito al disastroso terremoto di Messina la discendente del Vittorio Amedeo, Elena di Savoia, decise di andare in "tournè" al sud, a far non so che cosa.. Forse ad assaggiare gli arancini di Messina o la pasta fritta di Siracusa.

Quel piatto delizioso che viene fuori quasi per magia, usando la pasta avanzata il pasto precedente , cui aggiungiamo a piacere pezzi di pancetta, salsiccia, mortadella, grana o caciocavallo ragusano, e, dopo averla immersa nelle uova battute, la friggiamo al tegame, ubbidiva originariamente ad una ricetta più semplice ed era più un dolce che un primo piatto:

"Una congrua quantità di « capelli d'angelo » cotti a fuoco lento da raggiungere appena « lo scotto ». Indi girando e rigirando con un forchetto si fanno delle polpette di pasta non troppo grandi.
Le polpette si friggono con la sugna finché la parte esteriore diventi dorata, caramellata, e l'interiore morbida. Le cosi dette polpette si inaffiano con miele nero e caldo dei monti Iblei.
Questo cibo che fu creato da un diplomatico per dare al Sovrano consigli certo a favore del suo popolo senza convergenze machiavelliche, sino a trenta o quaranta anni fa fu il mangiare igienico e vitaminico usato dai siracusani nei momenti di maggior gioia o di carestia e dava forza ai poveri e ai ricchi.
Michele di Linguaglossa











4 commenti:

  1. Questa pasta fritta alla siracusana mi attrae proprio. Non so se sia meglio l'edizione moderna con aggiunta di salsiccia, mortadella, ecc. o quella direi molto più salutare di polpette ricavate dai capelli d'angelo arrotolati intorno alla forchetta di cui narra Michele. Non ssono sicura, ma credo di averli mangiati gli spaghetti fritti in padella stile pesantini da digerire, ma in edizione lombarda, quindi .....

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    1. Sono due cose diverse.La pasta fritta, come me la sono preparata è più una bomba che un alimento. Però mi piace da morire (..).Trovo invece molto interessante questa versione più semplice che poi ripeto è più un dolce..Le polpettine indorate nella sugna e poi accompagnate al miele nero degli Iblei, sono sicuramente una delizia!

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  2. Bella leggera :)
    Scherzi a parte, credo che a volte con gli "avanzi" escano delle cose molto interessanti in cucina. Avevo amici mantovani che facevano una cosa simile, ma come dolce (ovviamente con ingredienti diversi).

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  3. Da studente ero specializzato nel riciclo degli avanzi (ovviamente non in stato di decomposizione..) e venivano fuori dei piatti moolto appetitiosi, anche pesanutcci, ovvio. Ai tuoi amici mantovani allora piacerebbe la versione originale dei capelli d'angelo al miele nero dei monti Iblei, magari accampagnate ad un "Grillo oro di Pachino".

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