RICETTE E CULTURA

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giovedì 2 aprile 2015

LA CENA DI ECATE A BASE DI UOVA, PANE E FORMAGGIO E I DIALOGHI DI LUCIANO

Écate era una divinità infernale, il cui unico scopo era inseguire e tormentare le anime durante il loro viaggio verso il Regno dei morti.Vagava di notte seguita da un branco cani randagi. Per propiziarne il favore ed ammansirla, in suo onore sorgevano altari nei crocicchi e alla fine di ogni mese si portavano offerte di uova, pane e formaggio. In realtà le vivande poi andavano a beneficio dei poveri che le portavano via dagli altari trovando così modo di sfamarsi. Oggi ai poveri, quando non riescono a fare il pasto nella mensa caritas, non resta che frugare tra gli avanzi dei mercati rionali o dentro i cassonetti..
Alla cena di Ecate si fa riferimento in un episodio dei Dialoghi di Luciano, scrittore vissuto nell'Antica Grecia intorno al 100 d.C. Si tratta di una divertente situazione creatasi tra Caronte, Menippo ed Ermes.
La cena di Ecate - uova, formaggi,lupini e pane

Gli antichi credevano che l'anima, staccandosi dal corpo per raggiungere la sede ad essa destinata, dovesse essere traghettata da Caronte attraverso la palude Stigia; per questo era consuetudine di mettere in bocca al morto un obolo destinato  pagare il biglietto per il tragitto. Altri riferiscono che ai morti venissero coperti gli occhi con due monete (forse dopo l'aumento delle tariffe Ade..). Questo è l'argomento ispiratore. Veniamo al racconto. Caronte aveva già traghettato Menippo e al termine del viaggio avevo preteso il pagamento per il servizio di trasporto (il famoso obolo) ma Menippo (filosofo cinico vissuto nel 30 secolo a. C.) che poneva ogni felicità nell'indipendenza dai beni terreni e dalle ricchezze, assolutamente povero in canna com'era, e morto tale, non aveva nulla da dargli. Tra i due si accese un aspro contrasto. Caronte incazzato urlava, minacciava e non sapeva rassegnarsi all'idea di averlo dovuto trasportare gratis. Menippo, ammetteva di non poter pagare e che, tutto sommato, poteva pure riportarlo indietro! Ad ad un tratto Caronte s'accorse che il suo cliente abusivo portava sulle spalle una bisaccia: pensò che contenesse denaro oppure oggetti di valore da trattenere. Macchè, solo  un pugno di lupini e gli avanzi della cena di Ecate! Veramente desolante. Interevenne provvidenzialmente Ermes che gli fece comprendere che quello che aveva traghettato era un povero diavolo, che non si è mai curato di ricchezze in vita.Caronte che si allontanò urlando minacciando: -La prossima volta non finirà così!- Ma Menippo sapeva benissimo che non ci sarebbe stata un'altra volta...
Mr.Hyde



21 commenti:

  1. Due riflessioni...pensavo al "Parlare di cibo e nutrirsi di parole"...cavoli, sai che mi rappresenta proprio ? Io vivrei di parole...mi piacciono. Probabilmente ne uso molte di più di quelle che servirebbero...ma mi piace così. E poi pensavo alla frase finale del tuo post al "sapeva benissimo che non ci sarebbe stata un'altra volta"...Già...ci sono dentro io, in questo momento...sento fortemente che "non ci sarà un'altra volta"...e che è andata per sempre. Ma a volte è giusto lasciar andare le cose e le persone...vuol dire che è così che doveva andare.
    Lo ricordavo questo racconto...una delle mie tante versioni di latino :) Un abbraccio !

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    1. Dietro questo titolo trovi diverse riflessioni..Nutrirsi di parole ha due sensi.Uno negativo e polemico: “Mentre tutti parlano di cibo e si è addiruttura organizzata una mostra internazionale, c'è gente che muore di fame e non sa che farsene delle loro parole”. E poi c'è il nutrirsi di parole nell'accezione"nutrirsi di cultura, parlando di cibo, prendere anche la ricetta della pasta con le sarde e andare a cercarne i riferimenti culturali che ne so, “ i valori nutrizionali del pesce azzurro”, i “modi in cui gli antichi Romani lo conservavano”, via dicendo. Ritornando alle parole, per quello che mi riguarda, anche nella realtà, parlo poco perchè non le ricordo più bene. Non ho il termine giusto a disposizione subito che è una cosa che mi fa incazzare, allora preferisco tenermi sull'essenziale. Per quello che riguarda " non ci sarà un'altra volta", ci deve spingere anche a pensare di essere più economi nella vita e a spendere le nostre ore tenendo conto che sono molto preziose, non bisogna sprecarle, bisogna sforzarsi di dare loro un significato. Ma di questo me ne sto rendendo conto oggi man mano che gli anni vanno via.
      Questo racconto l'ho tratto dalla mia antologia greca allora anche tu sei di quelli che hanno frequentato il classico..Spero presto di avere l’onore di un tuo intervento gastronomico , sarebbe interessante.
      Un abbraccio e grazie della visita!

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    2. Anche io non parlo molto..ma in compenso scrivo...scrivo molto e non mi basta mai. Mi piacciono le parole scritte, che siano le mie o quelle degli altri. Scrivere mi aiuta a fare ordine, e a volte anche disordine...quanto al non sprecare tempo...concordo. Concordo totalmente. Un ottimo modo per non sprecarne e' imparare ad accettare le cose e lasciare andare...
      Io ho fatto lo scientifico...5 anni di latino, con una professoressa di letteratura e latino che conosceva a memoria tutta la divina commedia... E per le versioni andava a trovare sempre cose particolari...che potessero insegnarci non solo a tradurre da e verso il latino, ma anche qualcosa sul senso della vita. Una gran donna :)
      Un abbraccio !

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    3. Anche mia madre conosceva a memoria gran parte della Divina Commedia.Pensa, a novantanni, non ricordava bene i nomi dei figli, ma recitava a memoria le poesie di Carducci, Leopardi, Foscolo etc..
      La mia professoressa di Latino era anche lei un tipo particolare, molto intelligente e preparata. Però avanti negli anni ed anche un pò fuori. Il giorno della versione in classe la vedevamo entrare in classe (era piccolina) trascinandosi un pila di libri con brani scelti a caso per ognuno di noi (una classe di 27 alunni, un libro ciascuno). In questo modo era impossibile copiare!

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    4. Anche la mia era grandicella...donna di altri tempi...piccoletta ma pepata ;)

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  2. Io invece non lo ricordavo. Interessante anche il tuo commento, Mr.Hyde. E' davvero così. Solo l'accumularsi degli anni, delle esperienze e del ricordo di quello che avresti potuto fare o dire e non hai fatto o detto, riesce a darti l'essenza del tempo che non ritorna e non va quindi sprecato. Ma è difficile che questo concetto non rimanga puramente intellettuale. L'incombenza della vita ti porta a distrarti e ad affannarti su cose insignificanti, perdendo un tempo prezioso. Ma infine, che dovremmo fare? Non tutti possono passare la vita a meditare e anche così mi sembrerebbe sprecata.

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    1. Certo cara Ambra, non lo sappiamo qual'è il tempo sprecato, forse lo sappiamo a posteriori ed è un fatto soggettivo. La vita ti porta a distrarti o soffermarti su cose che altri giudicano assolutamente inutili. Perfetta questa cosa, è un concetto fondamentale, pesantissimo nel nostro discorso.E' tempo perso zappare per un'ora per piantare un albero, o soffermarsi per un'ora davanti alla Gioconda? C'è stato un momento della mia vita in cui ho preferito evitare di fare un fila lunghissima per guardare la Gioconda al Louvre, anche perchè attorno c'erano tante altre opere meravigliose da guardare, ed avevo poco tempo a disposizone. Non abitavo a Parigi.Non sapevo se e quando sarei ritornato.Ho preferito impiegare il mio tempo per altro..Ecco, magari è tempo perso discutere e litigare con le persone, lavorare senza essere pagati, guardare i programmi della d'Urso, farsi togliere il grasso dal corpo, che tanto si riforma, farsi togliere le rughe che tanto rispuntano e moltssime altre cose..di cui ci si accorge dopo.E la conclusione più saggia, alla fine dei conti, è la tua: sarebbe una perdita di tempo capire come si perde tempo...
      Un abbraccio.

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  3. bellissimo articolo, davvero interessante! complimenti! ( Amando la letteratura sono sempre stata un'appassionata di mitologia ;) )

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    1. La musa della danza e della lirica corale: faccio copiaincolla da wikipedia:Τερψιχόρη, Terpsichórē; latino Terpsichŏre. Una nome che la dice lunga sulle tue preferenze. Passa di qui quando vuoi per altre notizie e racconti. Grazie e buona pasquetta (quello che rimane..)

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  4. Molto interessante il tuo articolo, non conoscevo questa storia e mi piace sempre scoprire miti e leggende :)

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    1. Grazie Giovanna , qui troverai oltre ai racconti anche delle ricette semplici tipiche della cucina povera e tradizionale.

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  5. mi piacciono queste storie e questa non la conoscevo! ;)

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    1. Mi piace molto la mitologia, per cui la troverai fra queste pagine.Ciao e grazie di essere passata Stefy.

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  6. Bellissimo blog che ho scoperto per caso.Complimenti, mi fa sempre un gran piacere scoprire blog di qualità da mettere, senza dubbio, tra i miei preferiti.Buona Pasquetta!

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    1. Grazie mille Francesca, buona pasquetta, ancora qualche ora in relax in compagnia di amici,amori familari, prima di riprendere il solito tran-tran. Passo dal tuo blog e faccio visita alle altre/altri bloggers che ho conosciuto oggi...

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  7. Anche io non conoscevo questa storia, davvero interessante.

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    1. C'è tanto da scoprire.Questa storia in particolare l'avevo tradotta al liceo e studiata anni fa al liceo.Mi colpì per la sua originalità e attualità (parliamo di Luciano 100D.c.).Per questo la ricordavo.Grazie ancora, passo anche da te.

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  8. La mitologia ha il suo fascino, questa leggenda non la ricordavo, grazie

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    1. Giovanna ciao, vedo che la mitologia accende la fantasia un pò di tutti noi, o, almeno quelli che da piccoli ne sono stati affascinati.Forse anche da grandi. Grazie e buona giornata.

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  9. Grazie per lo spunto interessante mi piace molto anche il nome del tuo blog.

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    1. Benvenuta nel mio blog, grazie anche a te.Il titolo serve a spiegarne il contenuto e ad incuriosire, facendo capire che si parlerà di cibo ma anche di altro. Ciao!

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